Francesca De Angelis

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FIGURATIVA

Non distante dal processo scultoreo in cui l’artista improvvisamente vede la forma celata nella pietra, nel legno e si adopera per liberarla da ciò che la racchiude. I miei personaggi sorgono dall’inconscio a costellare la tela che si fa trama di famiglie, di intrecci e racconti moderni e antichi. Essi sono resi fisici dalla stessa materia cromatica, il quinadrione diventa pelle di volto, pioggia pervinca fianchi morbidi di donna intenta a carezzare, schizzi di colori vivaci vestito fresco di fanciulla, tralasciando volutamente gli schemi tecnici del realismo, come ombre, luci e volumi per rappresentarne i corpi. Il corpo sacro dei colori palpita, innamora, impaurisce... l’opera “vive”.

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ASTRATTA

Il suono giallo Il giallo è il vento delle mie rapsodie astratte, luce, fato, energia dirompente e poi... Tutto il resto. Campi aranciati, posti accanto a violetti sonori e ancora verdi sospiri e cerulei specchi... Raffiche, pozze acquifere, graffi, pioggia e nascondigli blu prussia, pianto, sussurro e violente grida si affastellano sulla candida tela. Come un vecchio palazzo signorile dove scricchiolano ricordi nostalgici, scale ascendenti e profondità sotterranee.

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PAESAGGI

E’ un anno glaciale, mia sorella è lontana, mi rimangono solo echi fra le cime del cuore. Monologhi blu, vago nel silenzio, sola adesso, nei freddi colori si raddensa un paesaggio, dopo anni pittorici vissuti in esplosioni, improvvisamente dalla pangea astratta riaffiora la montagna, la vetta , l’ ascesa, il fatidico triangolo perverso (vittima-salvatore-carnefice). Dopo la bufera si aprono immagini accostate, il colore diventa racconto, mantenendo il suo indomito linguaggio, fatto di gesti frenetici, le superfici diventano arterie montuose, raffiche di pennello si distendono a raffigurare pianori e vallate. Ghiacciai grigio azzurrati e bianchi rilievi innevati, creati liberi, che un saggio direttore orchestra in scenari inconsci. La resa finale elude il reale. Lascio ad altri il copia e incolla del vero. Io mi occupo di creare dall’interno qualcosa di privato e profondo, offro l’ingresso per un altro mondo, come antro di Sibilla, per dissetare la bimba che sempre mi accompagna, per dare spazio vitale al bambino che è in tutti noi, al suo sguardo puro e stupito, alla sua disarmante spontaneità.

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opere

Scopri le opere dell'artista divise per stili & tendenze.

01

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figurativa

Non distante dal processo scultoreo in cui l’artista improvvisamente vede la forma celata nella pietra, nel legno e si adopera per liberarla da ciò che la racchiude.
I miei personaggi sorgono dall’inconscio a costellare la tela che si fa trama di famiglie, di intrecci e racconti moderni e antichi.
Essi sono resi fisici dalla stessa materia cromatica, il quinadrione diventa pelle di volto, pioggia pervinca fianchi morbidi di donna intenta a carezzare, schizzi di colori vivaci vestito fresco di fanciulla, tralasciando volutamente gli schemi tecnici del realismo, come ombre, luci e volumi per rappresentarne i corpi.
Il corpo sacro dei colori palpita, innamora, impaurisce… l’opera “vive”.

02

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astratta

Il suono giallo
Il giallo è il vento delle mie rapsodie astratte, luce, fato, energia dirompente e poi…
Tutto il resto.
Campi aranciati, posti accanto a violetti sonori e ancora verdi sospiri e cerulei specchi…
Raffiche, pozze acquifere, graffi, pioggia e nascondigli blu prussia, pianto, sussurro e violente grida si affastellano sulla candida tela.
Come un vecchio palazzo signorile dove scricchiolano ricordi nostalgici, scale ascendenti e profondità sotterranee.

03

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paesaggi

E’ un anno glaciale, mia sorella è lontana, mi rimangono solo echi fra le cime del cuore.
Monologhi blu, vago nel silenzio, sola adesso, nei freddi colori si raddensa un paesaggio, dopo anni pittorici vissuti in esplosioni, improvvisamente dalla pangea astratta riaffiora la montagna, la vetta , l’ ascesa, il fatidico triangolo perverso (vittima-salvatore-carnefice).
Dopo la bufera si aprono immagini accostate, il colore diventa racconto, mantenendo il suo indomito linguaggio, fatto di gesti frenetici, le superfici diventano arterie montuose, raffiche di pennello si distendono a raffigurare pianori e vallate.
Ghiacciai grigio azzurrati e bianchi rilievi innevati, creati liberi, che un saggio direttore orchestra in scenari inconsci.
La resa finale elude il reale. Lascio ad altri il copia e incolla del vero.
Io mi occupo di creare dall’interno qualcosa di privato e profondo, offro l’ingresso per un altro mondo, come antro di Sibilla, per dissetare la bimba che sempre mi accompagna, per dare spazio vitale al bambino che è in tutti noi, al suo sguardo puro e stupito, alla sua disarmante spontaneità.

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