Uno sguardo all'autore
Saggista e Critico d'Arte Contemporanea Luigi Mauta.
MESSA SOLENNE
a cura di Ferdinando Creta & testo di Luigi Mauta
Il cammino artistico di Francesca De Angelis inizia con il tentativo riuscito di conseguire la grazia, nel cercare di cogliere la forza incisiva delle sue sfumature caratteriali, dei suoi personaggi, nel tributargli una sensualità innata ed essere in grado di portare su tela la rara capacità di intimizzare le forme complete, mai comuni, mai inumane, mai rudi, appartenenti al suo panorama visivo,emozionale, privato.
L’abisso colmo di abbracci, di nudi, di rinunce, e di sensualità emergono, fin dagli esordi pittorici, con passione stilistica, mai stereotipata: usufruendo di molteplici inflessioni cromatiche con tratto vigoroso, nell’intento di assoggettare il disegno e la linea razionale e rigida che impone ordine ai tagli dei suoi corpi dai toni di roca bianco e grigi.
I brani della sua composizione visiva sono tutt’altro che moderati, possono definirsi d’ impatto, pop anche in momenti coloristici tormentati, ma rifuggono da elenchi rigidi e invariati.
I suoi spartiti cromatici appaiono permeati da una completezza di gesti e di atteggiamenti spontanei che non cadono mai nel ordinario volgarizzato, ma restano sospesi nella capacità innata di farli apparire nobili.
Come tutte le crescite e i cambiamenti motivati dalla pretesa di conoscersi più approfonditamente, l’artista si sveste nei suoi disegni e si rinviene nei suoi deserti visivi.
Mirabili mondi, pullulanti di percezioni e di smentito riscontro visivo, sono allegre soavità: ciò che gli vedono l’animo non intuisce come parvenze, ma riesce a distinguere solo come particolari emotivi visivamente indecifrabili.
La ritmica proteiforme è fervida e continua ad elevare le forme depurate che, ha tratti, senza mai cadere nella dissonanza, supera la convinzione che “ prima della coesistenza della figura cè una emozione e un qualcosa di ancora non concreto, alcuni chiamerebbero anima”.
Messa Solenne
a cura di Ferdinando Creta & testo di Luigi Mauta
Il cammino artistico di Francesca De Angelis inizia con il tentativo riuscito di conseguire la grazia, nel cercare di cogliere la forza incisiva delle sue sfumature caratteriali, dei suoi personaggi, nel tributargli una sensualità innata ed essere in grado di portare su tela la rara capacità di intimizzare le forme complete, mai comuni, mai inumane, mai rudi, appartenenti al suo panorama visivo,emozionale, privato.
L’abisso colmo di abbracci, di nudi, di rinunce, e di sensualità emergono, fin dagli esordi pittorici, con passione stilistica, mai stereotipata: usufruendo di molteplici inflessioni cromatiche con tratto vigoroso, nell’intento di assoggettare il disegno e la linea razionale e rigida che impone ordine ai tagli dei suoi corpi dai toni di roca bianco e grigi.
I brani della sua composizione visiva sono tutt’altro che moderati, possono definirsi d’ impatto, pop anche in momenti coloristici tormentati, ma rifuggono da elenchi rigidi e invariati.
I suoi spartiti cromatici appaiono permeati da una completezza di gesti e di atteggiamenti spontanei che non cadono mai nel ordinario volgarizzato, ma restano sospesi nella capacità innata di farli apparire nobili.
Come tutte le crescite e i cambiamenti motivati dalla pretesa di conoscersi più approfonditamente, l’artista si sveste nei suoi disegni e si rinviene nei suoi deserti visivi.
Mirabili mondi, pullulanti di percezioni e di smentito riscontro visivo, sono allegre soavità: ciò che gli vedono l’animo non intuisce come parvenze, ma riesce a distinguere solo come particolari emotivi visivamente indecifrabili.
La ritmica proteiforme è fervida e continua ad elevare le forme depurate che, ha tratti, senza mai cadere nella dissonanza, supera la convinzione che “ prima della coesistenza della figura cè una emozione e un qualcosa di ancora non concreto, alcuni chiamerebbero anima”.
Uno Sguardo all'autore
Saggista e Critico d’Arte contemporanea Luigi Mauta.